DIETRO IL CONSENSO NOTARILE: l’esperienza che nessuno ti racconta!
- US UNINA
- 18 mar
- Tempo di lettura: 6 min
Il notariato è e rimane una delle professioni che più affascina gli studenti di giurisprudenza nel corso dei propri studi. Tanti, dopo la laurea, si affacciano a questo mondo e si incamminano sul lungo e tortuoso percorso che conduce al superamento del temutissimo concorso, così da fregiarsi poi del titolo di notaio. Noi oggi siamo qui con la giovanissima dott.ssa Rosina Elsa De Rosa, notaio in Ferrara e volto noto agli studenti di giurisprudenza alla Federico II, la quale ci ha svelato quello che non vi dicono su questo temibile concorso.
"Dottoressa buongiorno, si dice che il cammino per diventare notai sia lungo e tortuoso. Lei quanto tempo ci ha impiegato?"
“Buongiorno carissimo. Nel mio caso, il percorso di studi è stato relativamente breve: avevo studiato bene all’università, cosa che facilita il post lauream. Mi sono laureata il 5 luglio del 2017, ho svolto il concorso nell’aprile del 2019 e i risultati li ho saputi circa due anni dopo.”
"Tempi record, insomma, data la media. E qual era la sua giornata tipo in vista del concorso?"
“Diciamo che da quando ho iniziato la pratica notarile la mia vita è cambiata totalmente. Uscivo di casa con mio padre, che mi accompagnava presso lo studio dove svolgevo il praticantato alle 7,30 circa. Lo studio apriva alle 9 e nel mentre ne approfittavo per studiare o ripetere. Iniziata la giornata in studio finivo alle 19 circa, una volta concluse tutte le pratiche che mi venivano assegnate. Nei momenti liberi,
quando il notaio non c’era o quando terminavo il lavoro prima del tempo, ritornavo a studiare. Mi capitava, poi, tornata a casa, di ripetere sul tardi. Ovviamente, finiti i 18 mesi e la pratica, nel periodo pre-concorso la mia giornata era dedicata solo allo studio e alle esercitazioni… posso dire con onestà che facevo solo quello.”
"Quindi non aveva tempo per una vita sociale?"
“Era difficile, ma non sto dicendo che gli aspiranti notai debbano alienarsi. Certamente, rispetto agli anni universitari cambia molto. Nei fine settimana cercavo di uscire per svagarmi e rilassarmi dopo aver trascorso diversi giorni a studiare. Non ti nascondo però che il mese prima del concorso, forse nemmeno i reporter di “Chi l’ha visto?” sarebbero riusciti a trovarmi!”
"Durante i suoi studi, può dire di aver incontrato una persona che sia stata determinante per il suo percorso? Qualcuno che, magari, con i suoi consigli le ha permesso di meglio rifinire la sua “mentalità vincente”?"
“Il mio punto di riferimento è sempre stato il notaio presso cui ho svolto la pratica: il dott. Guida. Forse è stato il destino a farmelo incontrare, dato che prima di allora non lo conoscevo. In realtà, all’inizio, mi ero rivolta per la pratica al notaio Areniello, titolare della cattedra di “diritto notarile”. Purtroppo, non avendo possibilità di prendermi come praticante (ndr. ogni notaio può avere al massimo tre praticanti
contemporaneamente), mi indirizzò dal notaio Guida: ed ecco come ci siamo conosciuti. Già dal primo incontro il notaio, con il suo atteggiamento, mi colpì: ti spingeva a dare il massimo, a fare del tuo meglio… col senno di poi sono certa che questa attitude sia stata forse la “chiave””.
"E il notaio riconosceva i suoi progressi e i suoi miglioramenti?"
“Durante la pratica era difficile ricevere complimenti dal notaio, che era sicuramente severo, ma in senso buono… però, una volta vinto il concorso quel rigore è stato sostituito da tanto orgoglio.”
"Quali sono state le sue emozioni durante i giorni delle prove. Cosa ha provato durante il concorso e in attesa dei risultati? Insomma, cosa si prova nel “vivere nell’attesa”?"
“Durante le tre prove ero tranquilla, perché sapevo di star dando il 100% di me. Forse questo è un po’ il segreto per affrontare al meglio il concorso: andare lì sapendo che “meglio di così non si può fare”. I dubbi, chiaramente, poi vengono a tutti, ma penso faccia parte del gioco.
Sostenute le tre prove scritte, “il peggio viene dopo”. Allora, uno dei segreti per poter vivere tranquillamente dopo aver provato un concorso è dimenticarsene, posto che, nel nostro caso, da quando fai il concorso a quando ti comunicano i risultati passa davvero tanto tempo, anni in certi casi."
"E quindi come si sopravvive nell’attesa?"
Semplicemente, dimenticandosi di aver consegnato gli scritti e ripartendo da zero il giorno dopo, magari dopo qualche giorno di festa!”
"E può dire di aver provato lo stesso questa sensazione di tranquillità nei momenti in cui si trovava con i suoi colleghi? Magari in albergo, alla fila per entrare in Fiera (ndr. La FIERA DI ROMA è il luogo dove si svolge il concorso notarile), nei momenti di convivialità e socialità insomma"
“Premetto che sono molto tranquilla per natura, ma in un contesto dove sei circondato da tante persone in tensione, l’ansia e le preoccupazioni sono fisiologiche. Avevo avuto un’idea, per me brillante, di prenotare in un convento, pensando di stare letteralmente “in grazia di Dio”. Purtroppo, tutti avevano fatto lo stesso e anche in convento ero circondata da aspiranti notai. C’era chi ripeteva mattina e sera, chi al ritorno voleva per forza confrontarsi sulle prove considerando che la consegna dei codici avveniva un paio di giorni prima dagli scritti dovevo trovare una soluzione per non stare così tanto tempo con queste persone ansiose. E quindi decisi di andare a Villa Borghese, luogo di pace e tranquillità per me nei giorni immediatamente prima del concorso, mentre al ritorno dalle prove, ti dico la verità, sprofondavo in un sonno profondissimo appena mettevo piede in camera.”
"E quindi dopo tutti questi anni di studio, le scuole notarile, master, il praticantato, vince il concorso, diventando Notaio. Ricorda il suo primo atto?"
“Si, in realtà dietro c’è una storia molto carina. Innanzitutto, io ho scelto Ferrara come sede, abbastanza lontana da casa (ndr. Il notaio ha origini aversane). La mia migliore amica doveva fare una rinuncia all’eredità, un’operazione che avrebbe potuto svolgere rivolgendosi a qualsiasi notaio. E invece lei scelse me, venendo a Ferrara. Quindi il mio primo atto è stato “raccolta uno, repertorio 1: rinuncia all’eredità” della mia migliore amica. ”
"Qual è stata invece la sua soddisfazione più grande, lavorativamente parlando?"
“Io ho scelto la professione notarile per un motivo chiaro: il notaio è un professionista che è a contatto strettamente con il pubblico. È vero che passiamo gran parte del tempo da soli a scrivere e studiare, però svolgiamo un vero e proprio servizio per il prossimo. La soddisfazione più bella si ha quando, una volta redatto l’atto, ci si sente dire di essersi trovati a proprio agio, di aver capito tutto, di essersi sentiti guidati dalla fase dell’istruttoria fino alla firma. “
"Com’è stato trasferirsi una volta vinto il concorso? Com’è essere catapultata in un contesto dove la gente ha modi di fare e stili di vita “diversi” dal nostro del sud?"
“Una volta che ti trasferisci nella città dove dovrai esercitare la professione, la cosa più complessa consiste nell’abituarsi ai modi di fare della gente del posto. Premetto che i ferraresi sono più diffidenti di noi campani ma una volta apertisi sono le persone più disponibili del mondo. Capita, infatti, che come gesto d’affetto regalino piante, fiori… purtroppo però non ho il pollice verde e quindi durano poco.”
"Si è mai insinuato durante il suo percorso il dubbio che questa non fosse la sua strada? È sempre stata convinta al 100%, senza mai dubitare, di voler diventare un notaio?"
“Devo essere sincera: non ho mai avuto dubbi o ripensamenti. Certo, non avevo la presunzione di riuscirci, però sono stata perseverante. Questo non significa che avrei vissuto a vita nella speranza di vincere un concorso: all’inizio del mio viaggio mi sono chiesta se volessi davvero che gran parte della mia vita fosse dedita allo studio e al sacrificio. Così, dopo aver riflettuto, mi sono data una scadenza: 5 anni. Qualora non fossi riuscita a superare il concorso mi sarei dedicato ad altro.”
"E qual era il suo piano B quindi?"
“Allora, il mondo accademico mi è sempre piaciuto. Ho deciso di prendere un dottorato perché la ricerca è un qualcosa che mi affascina. Non ti nascondo che anche ora desidererei dedicarmici.”
"È mai stata sminuita in quanto donna dal punto di vista lavorativo?"
“Di esser chiamata “signorina” e non “dottoressa” dal cliente penso sia capitato, purtroppo, a molte donne almeno una volta nella vita. Devo dire che però si è trattato di una tantum; quindi, più che in una discriminazione confido sul fatto che sia stata una disattenzione.”
"Quindi può confermare che il mondo che ruota attorno alla figura del notaio non è esclusivo appannaggio degli uomini."
“In realtà le stime dicono che il numero di notai donna cresce a ritmi incalzanti e ne sono contenta. E sono anche contenta che in tempi recenti sia stata eletta la prima presidente donna del Consiglio Nazionale del Notariato. Le cose stanno cambiando. ”
"Qual è il consiglio che darebbe ad un aspirante notaio che magari si approccia a questo mondo?"
“Allora il classico consiglio che si dà è studiare seriamente, perché il concorso si supera solo se si studia seriamente. In secondo luogo, si deve avere tanta forza di volontà, perché facilmente ci si può scoraggiare”.
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